Il Senato ha approvato il Decreto Crescita, facendolo diventare una legge che coinvolge importanti novità per consumatori, imprese e professionisti. Scopriamo in dettaglio di cosa si tratta.
Il 27 giugno 2019 il Senato ha approvato il testo della legge di conversione, facendo diventare il Decreto Crescita, noto anche come D.L. n.34/2019, una legge a tutti gli effetti.
Le novità previste dal Decreto sono suddivise in 51 articoli e IV Capi. Trattano le tematiche relative alle misure fiscali per la crescita economica e il rilancio degli investimenti privati, la tutela del Made in Italy e altre misure per la crescita. Il testo era stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 30 aprile. Scopriamo quali sono le novità introdotte.
Le novità del Decreto Crescita
In ambito fiscale, si introduce la maggiorazione dell’ammortamento per i beni strumentali nuovi, la semplificazione della mini-Ires, la maggiorazione della deducibilità Imu dalle imposte sui redditi e le modifiche alla disciplina del patent box. Inoltre, il Senato ha introdotto una nuova disciplina del credito di imposta per attività di ricerca e sviluppo e per il “rientro dei cervelli”.
Tra le altre novità a livello fiscale, ci sono incentivi per la valorizzazione dell’edilizia e le aggregazioni d’imprese e modifiche al regime dei forfettari. Ma anche norme in materia di banche popolari, una nuova disciplina per la vendita di beni online e nuove norme per la fatturazione elettronica. Sono anche state approvate misure di sostegno per i liberi professionisti e per l’assunzione di personale in regioni a stato ordinario e comuni, nonché la stesura di un piano di grandi investimenti in zone economiche speciali e aree di crisi complessa, specialmente in Veneto e Campania.
Invece, tra le varie norme relative il rilancio agli investimenti privati, il Senato ha introdotto:
– norme per la semplificazione della gestione del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese;
– il rifinanziamento del fondo di garanzia per la prima casa;
– norme per lo sblocco degli investimenti nel settore idrico nel Sud e contributi ai comuni per interventi di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile.
Per quanto riguarda la tutela del Made in Italy, è prevista una serie di norme per il contrasto all’italian sounding e incentivi per il deposito di brevetti e marchi. Inoltre, è stata introdotta la definizione di marchio storico di interesse nazionale e il relativo istituto per la loro registrazione. Potranno ottenere tale qualifica solamente i titolari o licenziatari esclusivi di marchi d’impresa registrati da almeno 50 anni.
Il testo completo del nuovo Decreto Legge è consultabile a questo link.
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